ad ALBERT DRESTON, I SUOI AMICI
Albert Dreston con i suoi amici di squadra |
Potremmo mettere insieme treni interi di sportivi e persone comuni di ogni parte del mondo che, avendo giocato almeno una partita con lui, ne ricorderebbero il temperamento, la dedizione, il famoso rinvio di punta da fondo campo, il cappellino da pescatore four seasons, la maglia di lana e il pantalone lungo a metà luglio. Il tempismo e il senso della posizione lo hanno contraddistinto in tutte le epoche calcistiche vissute. Il calcio forse cambiava, lui no. In un’unica partita era capace di fare l’allenatore, l’arbitro, il guardalinee, il libero e soprattutto il direttore sportivo… perché prima di tutto c’erano da fare le squadre, e lui, un paio di difensori forti (che fossero africani, brasiliani o asiatici) riusciva aprenderseli sempre. Capitano leggendario. A un certo punto qualcuno si domandava se potesse giocare ancora, se alla tenera età dei 75 suonati non fosse arrivato il momento di fare una bella partita d’addio, appendere le scarpette al chiodo e chiudere In bellezza questa storia. Qualcuno aveva il coraggio di sussurrarglielo con rispetto. Ingenui tutti noi che ci abbiamo provato.
Tu, Albert, con testarda coerenza rispondevi: «Io passerò direttamente dal campo sportivo al camposanto».
Non a caso te ne sei andato di venerdì. Come al solito, tempismo perfetto: per le ultime convocazioni prima del sabato, per fare le squadre e continuare a rinviare dal fondo… tra i campi Elisi. Buon paradiso calcistico Albert!
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