TITO LABATE: Non c'è pace senza giustizia retributiva...

Tito Labate

Nella Carta Costituzionale italiana vi è scritto all'articolo 36 quanto segue: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità el suo lavoro e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa...". 
Credo che questo articolo della Costituzione, al pari di molti altri, non venga sicuramente applicato ed è stato dimenticato anche dalle organizzazioni sindacali, che in certe occasioni sembrano più preoccupate di non disturbare il "manovratore" che di curare gli interessi dei lavoratori. 
Se tutto ciò accade in paesi come l'Italia, proviamo ad immaginare le condizioni di vita delle persone che vivono nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, Paesi da sempre sfruttati dalle multinazionali globalizzate. 
Se facciamo questo sforzo allora possiamo comprendere perché si diffonde il terrorismo e perché non è possibile costruire la pace nel mondo senza aver prima garantito ad ogni uomo di questa terra una vita decente. 
Personalmente non riconosco il diritto a nessuno di vivere tranquillamente gozzovigliando e ignorando volutamente che il proprio benessere è causa dell'altrui sofferenza. Un equa distribuzione della ricchezza oggi si impone più che mai, perché oggi, più che mai, esiste una correlazione tra ingiustizia sociale e terrorismo o guerra. 

 Tito Labate

da In dialogo per la pace, Atti del Convegno del Centro del Dialogo con persone di convinzioni non religiose del Mov. dei Focolari 28-30 maggio 2004

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