Il grido della valle del Nilo
Il Mediterraneo è come se
tagliasse il mondo in due. Su di esso galleggiano sia la speranza di uomini che
vogliono vedere spuntare il sole dopo le lunghe notti nel mare e sia la paura
della gente civile che non li vuole.
Il vero male non sono le
migrazioni, esse sono la conseguenza di una grave patologia, quella
dell’ingiustizia sociale che riguarda il mondo e sono anche la denuncia di un
Occidente che nonostante si consideri il fulcro della civiltà in realtà dimostra
che sta sfaldandosi.
Forse occorrono
sognatori, non solo tecnici. “Se un uomo sogna da solo, il sogno resta un
sogno, ma quando tanti uomini sognano la stessa cosa il sogno diventa realtà”
(Camara). Ci vuole gente nuova che sappia sognare, guardare lontano convinta
che il futuro comincia già da adesso.
Le multinazionali creano
schiavi affamati, denutriti e sempre più agguerriti. Il grido dalla valle del
Nilo non si è spento ma continua nelle molte tragedie di genocidi, guerre,
disastri ecologici, provocati dalle mani dell’uomo. Il grido degli schiavi ,
registrato nelle prime pagine della Bibbia, continua a risuonare. Chiniamoci
“su chi ha bisogno, per tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con
tenerezza e comprensione.”
Raffaella Bellucci
Sessa
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