LIONELLO BONFANTI: I detenuti vanno seguiti dopo la condanna
LIONELLO BONFANTI (1925-1986) |
Come magistrato si
trovò spesso a condannare persone che
avevano compiuto reati gravi. Un giornalista gli chiese un giorno come
conciliava la sua fede cristiana che parla di amore e perdono con sentenze
così dure e impietose. Lui non esitò a partecipargli
l'inquitudine che sempre viveva nel processo e di fronte alla condanna,
aggiungendo però che, solo da quando aveva scelto di "vivere l'amore"
per il condannato aveva trovato la pace. E "amare un condannato" per
lui voleva dire portare quell'uomo a
comprendere il male fatto e a scegliere la carcerazione come strada per
riparare il danno sociale. Precisò, poi,
che dopo la condanna cominciava
per lui, magistrato, un rapporto di vicinanza con il condannato, incontrandolo
spesso e provvedendo alle sue necessità e a quelle della famiglia se
necessario, perché si era reso conto che la carcerazione doveva essere
rieducazione, ma lo Stato italiano non era giunto ancora a trasformare gli
istituti di pena in istituti di rieducazione
Ho provato la gioia
profonda di incontrare Lionello Bonfanti quando cominciai a lavorare nella
scuola e nel viaggio di nozze sono stato suo ospite a Loppiano. Gli chiesi se
vedeva possibile un reale cambiamento della società italiana e in particolare
delle carceri. Lui, con onestà, mi confidò che vedeva ancora lontano un tale
cambiamento, però aggiunse: "Se portiamo con la nostra vita l'amore nelle
strutture sociali, anche nelle più
infernali come le carceri, le realtà
sociali piano piano si trasformeranno e di conseguenza la legge
carceraria dovrà cambiare..."
È da molti anni che Lionello non è più tra noi, ma oggi pensando alla violenza
della politica ai tanti episodi di corruzione e di inquinamento sociale, alla
violenza contro gli immigrati, ho
sentito il richiamo forte delle sue parole e di quella sua incisiva
testimonianza, per cui vedendo tanti giovani amici impegnati nel sociale, ho sentito di inviare loro questo
messaggio per invitarli a portate l'amore in ogni ambito sociale, nella giustizia, nella politica, nella
scuola, ovunque, pronti ad incontrare disonestà e corruzione, e a far qualcosa
perché quelli che operano il male scoprano di avere una coscienza, e sentano la
sofferenza che il loro agire arreca all'umanità.
Pasquale Lubrano Lavadera
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