Domenico Pisano: NIENTE DI NUOVO: la guerra era già da tempo tra noi

 

Domenico Pisano

   Niente di nuovo. Di cosa stupirci? Per cosa indignarci? La guerra era già da tempo tra noi. Quando tutti gli stati civili sapevano che dal 2014 in Ucraina esisteva una tensione feroce e non sono intervenuti. Quando l’Occidente ha accettato il denaro dei magnati russi e il finto colloqui con Putin. Quando alcuni paesi europei (tra cui l’Italia) hanno deciso di dipendere dal gas russo e rinviare sempre una pianificazione coerente per lo sviluppo dell’energia pulita. Quando la Russia (e non solo la Russia) ha calpestato palesemente ogni diritto umano. Quando sono stati chiusi occhi e cuore di fronte alle tragedie quotidiane dei profughi e di tutti i deboli, spalancati mani e preghiere per ipocrite smancerie umanitarie. Quando la NATO e gli USA sono entrati a far parte dell’Europa in nome di una democrazia dal nuovo afflato francescano e con basi militari per garantire equilibrio e difesa (da cosa?). Quando si è parlato di pace e sono state, contemporaneamente, vendute armi (spesso veri e propri residui bellici) ai gruppi di ribelli e ai governi oppressori. Quando sono stati finanziati gli stati (quasi a lavarci le mani, novelli Ponzio Pilato) per regolare e controllare il flusso dei migranti, che, invece, vengono dagli stessi governi gettati su onde e traghetti letali, in disperate marce e in campi disperati di profughi. E così la guerra, silenziosa e subdola, scivolava come serpe tra le crepe di un deserto metafisico.

   Niente di nuovo. Ancora una guerra, DNA della storia. Una guerra, quella ucraina, filmata, discussa, trasmessa live in tutte le reti televisive, pubbliche e private, dove strateghi di guerra, esperti di arti militari, generali plurimedagliati e ammiragli, direttori di importanti testate giornalistiche hanno sostituito immunologhi e virologhi. Con eguale “bombardamento mediatico”. Tutti gli spettatori sono stati informati che c’è una guerra in atto. Una informazione necessaria e, invece, spesso ambigua. Da una parte l’Occidente, che negli studi televisivi spiega, intervista, proietta immagini; dall’altra, Putin e la Russia, che hanno utilizzato l’arte del fumetto, per manipolare i più piccoli e fornire a loro una errata versione dei fatti. In ogni caso, l’unica, inaspettata, cruenta, inumana guerra da ben mostrare è quella in Ucraina. Già… e dei massacri quotidiani in centro Africa, in Siria, in Corea del Nord, in America del Sud? E dei totalitarismi in paesi potenti e spietati? Si tace. Solo di alcuni si parla retoricamente e frettolosamente. Si getta la polvere sotto il tappeto.  Guerra di serie A e guerra di serie D. Guerra con visibilità televisiva e guerra con le telecamere oscurate. Come per gli eccidi. Pochi ricordati, moltissimi dimenticati e ad arte negati (quello armeno e quello di Holodomor, quello in Ruanda e in Cambogia, altri sconosciuti).

   Niente di nuovo. L’umanità è ancora calpestata, barattata con una moneta falsa che si chiama economia; rinnegata per un fine assassino, che si chiama potere. Contro la guerra in Ucraina un coatto atto di accusa: non si poteva non farlo. Ne andava della credibilità della civiltà e della solidarietà della globalizzazione. Ma, la guerra in Ucraina serve, eccome: serve agli USA e alla Cina per screditare e limitare (ed eliminare, perché no) il pericoloso rivale russo ed impadronirsi dell’Europa; alla Russia per un ritorno allo zarismo; all’Europa per continuare ad essere un servile mercato economico appetitoso.  La guerra non è mai utile, giusta, santa. Alla violenza non si risponde con un’altra violenza.

   Che sia la diplomazia un atteggiamento preventivo, dignitoso, disinteressato: non uno squallido alibi, affinchè tutto non cambi. 

   Niente di nuovo. La speranza è stata crocifissa. Non con i chiodi del Cristo per salvare l’uomo: con quelli di nichel del Denaro, sì, sul cui scanno da macellaio si immola la vita. E la chiesa? Ancora una volta papa Francesco è solo, tradito. Ancora una volta certe chiese cristiane e non utilizzano la guerra (dalle crociate alla furia iraniana khomeinista, dalle interpretazioni forzate dell’Islam alla recentissima giustificazione del conflitto in Ucraina da parte del patriarca ortodosso di Mosca). Una religione (falsa)che divide, uccide, si assoggetta al potere!  

   Niente di nuovo. Passeranno sei mesi, un anno, cinque anni. Saranno ripresi e rafforzati i contatti e le alleanze con Putin. In nome del perdono? Della politica? Della vita? No, soltanto in nome del potere e del denaro. Ci sarà lo spettro dell’embargo per la Russia. E per la Turchia, la Cina, la Bielorussia, la Corea del Nord? La negazione dei diritti civili ed umani non ha la stessa valenza? Varia da paese a paese, da governo a governo? 

   Niente di nuovo. L’Europa vacilla, sbanda. Rimane una ghiotta preda per la Russia, la Cina, gli USA. La prima freme per spaccare le alleanze tra gli stati della UE e riproporre l’impero; la seconda attende, guarda, spia come un avvoltoio, la terza propone esempi di democrazia, aiuti umanitari, film western e MCDonald’s. Per tutte e tre l’Europa è un mercato economico e finanziario, non la culla della civiltà, la patria di Sigfrido e di Enea, la voce di Kant e Freud, la poesia di Omero e Shakespeare, la bellezza della natura e dell’arte. La cultura è umanità, la politica potere. E, ancora più grave, l’Europa accetta e accoglie la negazione di sé, lo sfruttamento, abbagliata da luccichii consumistici e capitalistici. Noi europei siamo stati i primi a non aver colto e compreso, seguito ed attuato la parola di Dante!  

   Niente di nuovo. Eppure, non deve rafforzarsi il pessimismo né sentirsi sconfitto l’impegno etico. Anzi, la vita rimane un sostantivo plurale e va vissuta nel rispetto dell’altro: va tramandata nel suono dell’amore. La novità è tutta in questo antico anelito.

 

Domenico Pisano

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