L'indignazione delle suore
Le religiose italiane sono indignate e sofferenti per quanto sta accadendo attorno all’immagine della donna, ridotta a merce per uso sessuale, umiliata ed offesa nella sua dignità di persona. E questo proprio in quel contesto istituzionale dal quale dovrebbe provenire la difesa e la promozione del mondo femminile, la valorizzazione delle sue qualità umane e sociali, professionali, di quel “genio femminile” esaltato da Giovanni Paolo II . È un grido forte e commosso che giunge da più parti, in particolare dalle comunità e dalle case di accoglienza dove decine di suore lavorano sulla strada per aiutare le donne in difficoltà ad uscire da quella condizione di schiave del sesso nella quale tantissime sono finite contro la propria volontà, ingannate e minacciate.
Due religiose, Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, responsabile dell’Ufficio Anti-Tratta dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e Rita Giarretta, fondatrice di “Casa Rut” che accoglie le ragazze e le mamme che cercano di sottrarsi al dominio della criminalità organizzata, hanno deciso di dare voce alle centinaia di consorelle di 75 congregazioni che operano in 110 strutture per dare protezione e speranza alle donne che sono state devastate dallo sfruttamento sessuale , per offrire loro la possibilità di ricostruire la loro vita distrutta e un futuro.
Suor Eugenia Bonetti denuncia: «In questi ultimi tempi si è cercato di eliminare la prostituzione di strada perchè dava fastidio e disturbava il nostro pudore, abbiamo voluto rinchiuderla in luoghi meno visibili, ma non ci rendiamo conto che una prostituzione del corpo e dell’immagine della donna è diventata ormai parte integrante nei nostri programmi, notizie televisive, alla portata di tutti e che purtroppo educa allo sfruttamento, al sopruso, al piacere, al potere, non curanti delle dolorose conseguenze sui nostri giovani che vedono solo modelli da imitare. La donna è diventata soltanto una merce che si può comperare, consumare, per poi liberarsene come "usa e getta"».
Suor Rita Giarretta, che con tre consorelle è impegnata, giorno e notte, da anni, a Caserta, in un territorio, assediato dalla camorra, in ginocchio per il suo degrado ambientale, sociale e culturale, dove le vittime del commercio sessuale, che arrivano da paesi lontani, sono sempre più giovani e portano i segni di violenze e di crudeli schiavitù, si dice sconcertata e indignata: «Sconcertata come da ville del potere alcuni rappresentati del Governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene del nostro Paese, soprattutto in un momento così grave di crisi generale, offendano e deturpino, umilino, l’immagine della donna. Ci inquieta un potere esercitato in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in oggetti di godimento. Di fronte a tale e tanto spettacolo l’indignazione è tanta! Come non andare con la mente all’immagine di un altro "palazzo" del potere dove 2000 anni fa, al potente di turno, incarnato dal re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: "Non ti è lecito, non ti è lecito!"».
Mariapia Bonanate
Da Le suore: fermiamo lo scandalo di
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