Berlusconi e i comunisti
Berlusconi facendo leva su un diffuso anticomunismo italiano, che neanche le parole di Giovanni XXIII e dei successivi pontefici sono riuscite a cancellare da tanta parte della cristianità, ha spesso infierito su gruppi politici o magistrati, bollandoli in maniera vergognosa come “comunisti”.
Posizione intellettuale antistorica, antipolitica e anticristiana.
Antistorica perché, con il crollo dei sistemi politici comunisti, il pensiero comunista ha perso quella valenza ideologica di contrapposizione al pensiero religioso che tanto aveva caratterizzato i passati regimi; antipolitica perché un Presidente del Consiglio deve avere rispetto per tutti gli italiani, anche di quelli che si rifanno a visioni politiche di matrice comunista; anticristiana in quanto Gesù è venuto a portare la legge d’amore per tutti gli uomini al di là delle convinzioni e della stessa fede, senza alcuna discriminazione e senza alcuna idea di proselitismo.
Tuttavia di fronte ad affermazioni denigratorie verso i”presunti comunisti” da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi, nessuna indignazione è nata nei cristiani vicini al Premier o lontani. Di conseguenza lui si è sentito autorizzato a ripetere spesso quella frase denigratoria che offende ogni uomo e non solo quanti si rifanno alla visione marxista della vita.
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