4 febbraio 2021 - Giornata della fratellanza umana
Penso che sia desiderio
di tutti noi rafforzare i fondamenti morali e spirituali della società e
promuovere l'incontro pacifico delle culture, delle civiltà, delle religioni.
Nel dilagare del
terrorismo, delle guerre che oggi infiammano tante parti del mondo e nell'immane
tragedia che si consuma nel Medio Oriente a noi vicino, spesso
intravediamo uno scontro di civiltà.
Scontro che purtroppo è
acuito anche dalle diverse appartenenze religiose.
Non possiamo negarlo: ci
sono spesso nelle religioni, ma anche in gruppi laici, atteggiamenti e forme
estreme di violenza che distorcono il pensiero religioso o laico con
conseguenze laceranti nella loro
crudezza, e ci fanno pensare che l'umanità sia in grave pericolo.
A mio parere sono episodi forti ma parziali, che non
devono indurci in un errore di valutazione globale, in quanto mai come in
questo tempo e in quest'ora, responsabili di tutte le religioni e persone di
buona volontà hanno sentito di lavorare insieme per la fratellanza universale.
Organizzazioni come la
Conferenza Mondiale delle religioni per la pace o le giornate di preghiera per
la pace indetta da Papa Francesco, i gruppi di dialogo tra credenti e laici del
Mov. dei Focolari, ne sono una prova.
E convinzione di noi
tutti che chi utilizza le proprie convinzioni, religiose o non, per fomentare divisioni e conflitti tra gli
uomini, ne contraddice l'ispirazione più autentica e profonda.
Le guerre, le violenze e
il terrorismo sono frutto dell'odio, frutto delle forze del Male che possiamo
combattere con forze spirituali, con la preghiera ad esempio, certamente, con
incontri di testimonianza, scrivendo libri.
Ma, come disse Chiara Lubich a Caux il 29 luglio 2003 in un convegno interreligioso,
"ci sembra di poter dire che la preghiera e i vari rimedi spirituali non bastano perché tra le
cause dell'odio, dei conflitti e delle violenze ce n'è una, la più profonda che
è l'insopportabile sofferenza di fronte ad un mondo mezzo povero e mezzo ricco
che ha generato e genera risentimenti covati negli anni e genera ancora
violenza e vendetta. Si esige più parità, più solidarietà, soprattutto una più
equa condivisione dei beni, Ma come si sa i beni non si muovono da soli, non
camminano da sé, vanno mossi i cuori, vanno messi in comunione i cuori. E per
questo occorre diffondere fra più gente possibile l'idea e la pratica della
fraternità e, data la vastità del problema di una fraternità universale. I
fratelli sanno pensare ai fratelli, sanno come aiutarli, sanno condividere
quanto hanno."
Non possiamo escludere da
questo anelito di unità e di fraternità universale la grande massa di uomini di
buona volontà che non hanno convinzioni religiose.
Questi fratelli sono
accanto a noi nei posti di lavoro nei nostri condomini, nelle nostre città e loro
come noi sono sensibili alla giustizia alla legalità alla solidarietà e alla
pace.
Questa giornata della
fratellanza umana che l'ONU ha lanciato, abbraccia anche loro per cui non
possiamo escluderli dal nostro cammino
comune e dalle esperienze che realizziamo.
La disparita di beni che
genera povertà e che uccide ogni giorno migliaia di persone nel mondo va
combattuta insieme, proprio nei posti dove viviamo, nelle nostre
comunità, dovunque noi ci troviamo ad operare.
Non possiamo dire di
lavorare per la fraternità, dimenticando che accanto a noi a lontano da noi ci
sono fratelli che non hanno come sfamarsi, che non vedono riconosciuti i loro
diritti, che sono torturati, privi dell'istruzione necessaria, schiavizzati.
Certamente il problema è mondiale
e dovrebbero esseri i governi a promuovere leggi opportune, ma sappiamo che i cambiamenti politici nascono dalla
base, quando cittadini di varie
estrazioni politiche si orientano
insieme in una certa direzione e incidono con le loro azioni sulla politica,
sulla cultura della città, sulla sensibilità delle persone e sui cambiamenti
epocali.
Le enormi risorse
spirituali e morali che le religioni offrono all'umanità, il contributo di
idealità e di aspirazione alla giustizia di tanti nostri fratelli di
convinzioni non religiose, il nostro impegno per combattere tutte le forme di
povertà oggi presenti…convogliati nel
campo delle relazioni umane potrebbero senz'altro tradursi in azioni
tali da influenzare positivamente l'ordine internazionale.
Ognuno di noi, chi poco e
chi tanto, sta lavorando in questa direzione. Noi come Movimento dei Focolari
abbiamo aperto tanti cantieri nelle nostre città e in zone calde del mondo, in
modo particolare per la ricostruzione della Siria e aiutare quel popolo a non soccombere…
Sento però che dobbiamo
fare qualche cosa insieme…Potremmo fare un elenco globale di queste nostre azioni,
e offrirlo come proposte di impegno alle nostre comunità, nei nostri posti di
lavoro, nelle scuole affinché sempre più cresca
in noi adulti e nei giovani la straordinaria idea che non possiamo
vivere senza contribuire alla fratellanza universale, facendoci carico almeno di un azione e promuovendola
tra i nostri parenti e amici.
Bisogna che il senso
della famiglia umana cresca in tutti noi e si allarghi all'umanità intera. E
che nelle nostre famiglie ci sia questo guardare fuori.
Sono sempre debitore
nella mia vita a un contadino di Cittadella in provincia di Padova, Giovanni
Parolin, che mi portò nella sua terra per farmi conoscere la sua esperienza.
Vedeva i contadini
abbandonare la terra, e allora si mise in moto per frenare quella fuga,
combatté l'eccessivo uso dei
fertilizzanti chimici nelle coltivazioni, e l'uso di ormoni agli animali. Il
suo slogan era "Un terra per l'uomo", non per il profitto e il
capitale. "Se avveleniamo la terra avveleniamo l'uomo."
Ogni sera dopo una
giornata di lavoro e la cena in famiglia, metteva il cappotto e usciva per affrontare le ingiustizie e le povertà della
sua gente.
I figli e la moglie
inizialmente non capivano, tanto da mettere in discussione il suo operare.
Giampietro il figlio di 14 anni gli pose
la domanda: "Ma papà tu la sera ci lasci sempre, perché?"
E lui così rispose al
figlio: "Ti ho dato la vita, ma non basta, devo darti un mondo un po'
migliore di quello che ho trovato. Tutta la giornata ho lavorato per voi tutti,
ma noi siamo parte di una famiglia più grande, dove ci sono chi non ha il
lavoro, chi non arriva alla fine del mese a pagare le bollette…chi non ha i
soldi per le medicine… io voglio dedicare parte del mio tempo anche per loro
affinché la società nella quale vi ho messo al mondo sia più giusta e più fraterna."
Dopo un po', quando i
figli cominciarono a crescere, anche la moglie mise il cappotto e prese ad
accompagnare Giovanni nelle sue uscite serali.
Oggi che Giovanni non è
più tra noi, Giampietro quel figlio che gli aveva posto la domanda, è impegnato in prima linea come economista per una economia equa e
solidale nel Movimento per una Umanità Nuova.
Voglio augurarmi che il prossimo anno, quando ci ritroveremo
per festeggiare per la seconda volta la giornata della fratellanza umano
potremo raccontarci quanto avremo realizzato nella nostra vita su questa lotta
alle povertà. E sarà una vera celebrazione e una festa nei nostri cuori!
Pasquale Lubrano Lavadera
dall'intervento tenuto a Ravenna il 4 febbraio 2021 nell'incontro "La fratellanza umana: un traguardo e una realtà possibile" promosso dal Gruppo Interreligioso e Interculturale "Insieme per la pace: dialogando", con la partecipazione di Teresa Nicastro (giornalista), Kamal Layachi (Iman del Venneto Membro dell'UCOII) Don Alberto Brunelli (Vicario del Vescovo di Ravenna) Massimi Jevolella (giornalista e scrittore) e Pasquale Lubrano Lavadera (giornalista e scrittore)
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