Silvano Lancerotto: "Una piccola storia"
Voglio raccontarvi una piccola storia che sicuramente ha influito sulle mie scelte ideali, che conosco da sempre ma che in questa fase della mia vita mi preme dentro.
Mio nonno, insieme ad un suo figlioletto, stava partecipando ad uno sciopero di braccianti agricoli nelle campagne della bassa veneta, nell’Italia del nord, all’inizio degli anni venti, quando sotto una grande quercia ancora esistente, veniva ucciso da un agguerrito proprietario terriero.
Mia nonna Maria, detta la “riccia”, si trovò da sola ad accudire 7 bambini in condizione di estrema povertà, vivendo un lunghissimo periodo di dolore e di grandi sacrifici senza tuttavia trasmettere ai figli alcun sentimento di rivalsa.
Un suo figlio, mio zio, di nome Libero, alla fine della seconda guerra mondiale, cercò e trovò l’assassino, ma ne ebbe pietà vedendolo povero e con la famiglia allo sbando.
Se ne andò risparmiandogli la vita.
Non perdonando, certo, ma facendo prevalere nel suo animo la vita, così come aveva visto nell’insegnamento materno.
Io provo oggi a immaginare questa scelta, avvenuta in circostanze particolari e storicamente datate, e a trasferirla dal piano delle scelte personali dell’individuo al piano delle scelte degli Stati e della Politica, come in certe situazioni a noi contemporanee e conflittuali: Medio ed Estremo oriente, Africa, ecc.
Sarebbe certamente un bel passo avanti se la scelta di mio zio, maturata nella sua coscienza di uomo, divenisse prassi acquisita e praticata nella coscienza collettiva della società.
Silvano Lancerotto
da Silvano Lancerotto, Conflitto e dialogo, Atti del Convegno “Umanesimo dialogo fraternità: eredità di Chiara", 1-3 aprile 2011
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