Cesare Pavese: Nel ricordo di sua nipote Maria Luisa Sini

Cesare Pavese (1908-1950)

Ho vissuto per due decenni con mio zio, Cesare Pavese, eppure lo consideravamo un poco un perditempo, un fafioché come si dice qui in Piemonte, non proprio un gigante delle lettere…A quel tempo c'era meno attenzione al prossimo, eravamo usciti dalla guerra, si viveva in modo più aspro e gli scrittori non erano delle star, guadagnavano anche pochino…Tra noi e lui c'era una sorta di paratia, non per cattiveria, eravamo fatti così…Mi viene ancora in mente lo zio che si riferisce  ai fogli del diario sul suo tavolo e ci ripete: "Questa è una cosa molto importante, non dovete toccare per nessun motivo,"…Come vorrei ora risentire la sua voce, Naturalmente ricordo come parlava, e non era per niente forbito, usava un italiano normale lineare, con qualche vocabolo in dialetto. Discorrendo con noi in famiglia non faceva mai l'intellettuale. Peccato che la sua voce non sia presente in nessun archivio…come sarebbe bello riascoltarla.                                                                                                                                           
 Maria Luisa Sini 



 Da Maurizio Crosetti, Le stanze di Pavese, il Venerdì 22 maggio 2020

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