Luigi Santucci: uno scrittore originale
Luigi Santucci (1918-1999) |
Abbiamo riletto il romanzo "Il velocifero" (Mondadori 1963), dello scrittore milanese Luigi Santucci, nel quale sono presenti personaggi di convinzioni religiose
e personaggi di convinzioni non religiose, descritti con simpatia e sempre in dialogo tra loro. Riportiamo qui di seguito tre brani di questo romanzo ritenuto dalla critica il suo capolavoro:
Il perdono
Perdonare non vuol dire soltanto condonare, rinunciare
alla vendetta. C’è un perdono profondo e amoroso ch’è assai più dell’oblio:
esso rifà nuova dentro di noi la persona che ci ha offesi, la va a pescare alle
origini della su infanzia e ricomincia allegramente a giocare con lei.
La guerra
Penso che la guerra...quando tutto l’odio si raggruma nella sua forma più visibile e trionfante, e gli uomini si scannano a milioni... sia la passione di Gesù che si
rivela ai popoli facendo a meno di manuali di devozione e dei nostri
quaresimali.
La santità
Che vuol dire essere santi se non questo: essere nati,
essersi incontrati nel gioco meraviglioso della vita, aver riso insieme…Tutti
santi, sì tutti.
Luigi Santucci
da Luigi Santucci, Il velocifero, Mondadori 1963
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