Rosetta Loy: Fendere l'oscurità del mondo
Rosetta Loy |
Gira ormai in famiglia la storia
di questo ragazzo che pare mi interessi molto. Uno di quelli che quando viene a
giocare a ping pong arriva in bicicletta senza curarsi troppo di quello che
indossa, e per di più vende a rate dei libri…Tra l’altro non nasconde il
giovane squattrinato, le sue simpatie di sinistra maturate durante l’esperienza
come marcatempo nel cantiere dello zio costruttore; e parla senza reticenze dei
peccati del capitalismo e di un futuro di equità e giustizia secondo i canoni
di Marx.
A me i canoni di Marx non
sembrano divergere molto dai principi enunciati nel Vangelo, ma al contrario
collimare con quanto ho sempre intuito di un mondo che sfrutta i deboli e
protegge i potenti. E adesso, grazie anche alla dialettica del giovane
squattrinato, questi principi arrivano a fendere come spade l’oscurità del
mondo.
Amo di Peppe non solo lo sguardo
e il corpo alto e slanciato, ma anche l’intelligenza e la sua faciltà di
rapporto con chiunque, dal ragazzo del bar al tabaccaio che gli mette da parte
i pacchetti delle Gauloises. L’ironia delle sue battute e la libertà dai
vincoli di appartenenza a una “classe sociale”. Amo il suo sorriso e i
pantaloni scoloriti di tela, le poesie di Montale e Ungaretti, di Quasimodo di
cui fino a quel momento mi era sconosciuto perfino il nome e lui mi legge
scandendo con precisione i versi.
Rosetta Loy
da Rosetta Loy, Forse, Einaudi 2016.
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