Rosenberg: Nei rapporti, come stabilire una reale connessione?
Marshall B. Rosenberg (1934-2015) |
Poco
tempo fa ad un seminario, una madre molto preoccupata per il figlio che fumava,
pensava che dovesse farlo smettere. Il figlio percepiva questa pressione e affermava
che più sentiva l’intenzione della madre di farlo smettere, più aveva voglia di
resistere.
Ho
mostrato alla madre la differenza tra l’avere come unico obiettivo quello di
cambiare il comportamento del figlio e quello di cercare, invece, una connessione
con lui, con i bisogni che lo spingevano a quel comportamento.
L’obiettivo
della madre aveva bisogno di trasformarsi, di passare dal tentativo di togliere
qualcosa al figlio, al trovare un modo diverso dal fumo, più sicuro e salutare,
che gli permettesse di soddisfare alcuni bisogni.
Questo
cambiamento richiedeva che la madre comprendesse quali erano i bisogni che il
figlio cercava di soddisfare quando fumava…
Il
giorno successivo è tornata al seminario estremamente soddisfatta perché aveva
avuto una qualità di connessione con il figlio completamente nuova.
Quando
il ragazzo si è reso conto che l’obiettivo della madre non era soltanto quello
di farlo smettere di fumare, ma di capire quali erano i suoi bisogni, lui
stesso aveva cominciato a interrogarsi su quali potevano essere altre
possibilità.
La
stessa cosa accade nelle situazioni di lavoro, quando ci sono delle persone che
impongono delle decisioni e gli altri si sentono costretti a comportarsi in un
certo modo. Lo stesso accade nelle situazioni sociali, nelle guerre, quando una
parte è interessata a soddisfare soltanto i propri bisogni e non quegli degli
altri.
In
ogni situazione, in famiglia, nel lavoro, nella scuola, in politica, nelle
relazioni tra gli stati possiamo avere gli strumenti per tessere reali
connessioni.
Marshall
B. Rosenberg
da Marshall B. Rosenberg, Comunicazione & potere, Esserci Edizioni, Reggio Emilia 2010
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