"Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismäki
una scena del film
Tra i film più belli e significativi in programmazione va segnalato Miracolo a Le Havre del regista finlandese Aki Kaurismäki. Riportiamo un passo dell’intervista del giornalista Marco Cicala al regista.
All’inizio Miracolo a Le Havre lascia spiazzati. Ha il sapore della tavoletta edificante sull’immigrazione, le leggi infami, i truci poliziotti, il popolino dal buon cuore. Invece è un trucco. Alla fine scopri che è una favola assurda. Esagerata. Benché laconicissima. E ti rimane in testa. “Potrei averla girata in Italia. O in Grecia – dice il regista - .Ovunque sbarca questa gente, il problema è identico. Non possiamo spazzarli sotto il tappeto. Limitarci a vendere le nostre porcherie e buonanotte. Quanti di noi un tempo sono stati come loro?”
All’inizio Miracolo a Le Havre lascia spiazzati. Ha il sapore della tavoletta edificante sull’immigrazione, le leggi infami, i truci poliziotti, il popolino dal buon cuore. Invece è un trucco. Alla fine scopri che è una favola assurda. Esagerata. Benché laconicissima. E ti rimane in testa. “Potrei averla girata in Italia. O in Grecia – dice il regista - .Ovunque sbarca questa gente, il problema è identico. Non possiamo spazzarli sotto il tappeto. Limitarci a vendere le nostre porcherie e buonanotte. Quanti di noi un tempo sono stati come loro?”
Da Marco Cicala, Il Miracolo di Kaurismäki, il Venerdì di Repubblica, 18 novembre 2011
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