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Visualizzazione dei post da 2022

Imparare a fare il bene e a cercare la giustizia

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  Cosa significa imparare a fare il bene?  Nel cammino di tutti i giorni abbiamo sempre qualcosa da comprendere, perché qualcosa che sembra essere buona in realtà non sempre lo è (non sempre lo è davvero?). Per individuare il bene sono necessari la formazione costante della coscienza, lo studio, la riflessione collettiva, la comunione. D'altra parte, a volte sappiamo qual è il bene, ma non sappiamo come renderlo concreto. Tutto questo richiede impegno, pazienza e molta apertura e lavoro di squadra che ci permetteranno di migliorare e di ricominciare se abbiamo sbagliato. Cosa significa cercare la giustizia? La giustizia è come un tesoro che va cercato e desiderato.  Praticare la giustizia ci insegna a fare il bene. La giustizia è quindi la meta del nostro agire. Cercare e praticare la giustizia ci porta ad avere un amore preferenziale per i più bisognosi: gli indifesi, gli oppressi, gli orfani, le persone sole, i poveri, gli anziani, coloro che sono intrappolati dall'abus...

CHIARA LUBICH: DISCORSO ALL'ONU

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Chiara Lubich (1920-2008) parla all'ONU    Sentiamo di dover portare il nostro contributo anche qui, in questa “casa” di incontro tra i popoli [1]   per sostenere con un supplemento d’anima gli sforzi che si vanno compiendo per fare dell’ONU uno strumento adeguato alle attese dell’umanità. E’, del resto, ormai parte del “sentire comune” dei protagonisti della vita internazionale la necessità di rileggere il senso della reciprocità… Reciprocità che richiede il superare antiche e nuove logiche di schieramento, stabilendo invece relazioni con tutti come il vero amore esige; che domanda di operare per primo, senza condizioni e attese; che porta a vedere l’altro come un altro se stesso e quindi a pensare in questa linea ogni tipo di iniziativa: disarmo, sviluppo, cooperazione. Una reciprocità in grado di portare ogni protagonista della vita internazionale a vivere l’altro, i suoi bisogni e le sue capacità, non soltanto nelle emergenze, ma a condividerne quotidianamente l’esist...

Jean-Paul Sartre: La Vergine guarda il bambino...

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CHARLIE CHAPLIN: SOGNAVA UN MONDO DI GIUSTIZIA

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CHARLIE CHAPLIN (  1889-1977) La notte di Natale del 1977 morì, ascoltando le note dei Christmas carol, quel progressista di Charlie Chaplin. Chaplin non fu solo uno dei più importanti cineasti del XX secolo. Fu molto di più. Fu un attento osservatore dei propri tempi. Nei suoi film aveva analizzato la realtà cupa dei lavoratori, dei poveri e degli emarginati (Tempi moderni, del 1936, ne può essere un chiaro esempio) ed aveva messo in piena luce le contraddizioni della società statunitense. Benché vivesse negli Stati Uniti da molti anni e vi pagasse le tasse, Chaplin non chiese mai la cittadinanza statunitense. Fabio Casalini

PAOLO CURTAZ: Prendiamo sul serio questo Natale

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  Paolo Curtaz Viviamo come in una bolla, ormai assuefatti dalle tante notizie che arrivano dai quotidiani. Dobbiamo vivere come sempre, ci dicono i nostri governanti. Sì, giusto, abbastanza. Ma intanto la gente si arrangia, annulla viaggi, ci pensa due volte prima di partecipare ad un concerto.  E il Natale, qui? Domenica scorsa cercavo di proporre a me e a voi una cosa semplice: lasciare che sia la Parola ad interrogarci, ad illuminare, non le parole del mondo, tante, alcune azzeccate, ma molte di più quelle aggressive, urlate, giudicanti, inutili. Prendere sul serio la Parola, una volta tanto. Ce lo ha dimostrato Francesco che è andato dalle sue pecore ferite in Africa, senza paura dei lupi, non temerario od arrogante ma consapevole della verità del Vangelo. A parlare di pace, di giustizia, di solidarietà a gente che vive nella paura perenne e nella povertà. Insomma: prendiamolo sul serio questo Natale. Se ci sarà un inutile regalo in meno, qualche decibel di emozione in me...

GIANNI RODARI: I bambini sono capacissimi di fatica

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  Gianni Rodari  (1920-1980) ''In realtà i bambini sono capacissimi di fatica, di sforzi continuati, diretti a una meta: basta vederli giocare a pallone fino a quando cadono spossati, sudati e felici, o vivere e lavorare in un campeggio, o progettare una costruzione e realizzarla. Se il progetto è loro, è nato da loro, in loro, la fatica non li spaventa: e a scuola ci tornano anche volontari, dopo le ore di lezione" GIANNI RODARI

Louis Lavelle: IL FAVORE PIU' GRANDE

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Louis Lavelle (1883-1951)  Il favore più grande che possiamo fare agli altri non è quello di comunicargli la nostra ricchezza ma di rivelargli la loro. Louis Lavelle testo in francese Le plus grand bien que nous faisons aux autres hommes n'est pas de leur communiquer notre richesse, mais de leur révéler la leur. Louis Lavelle  

LE DIVERSITA'... UNA RICCHEZZA

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"La tua amicizia ha riempito di senso la mia vita. Il dolore e la gioia che ho sperimentato accanto a te sono ormai parte di me, sedimentati nello scrigno più prezioso dell'anima. Nulla è andato perduto, tutto è dentro di me come dono ricevuto...Tu aggiungeresti da Dio. ma cosa cambia? Quando ci si vuol bene le diversità di fede e di vita diventano una ricchezza. Io da laica ho sempre rispettato la tua fede religiosa e le nostre diversità non ci hanno impedito di raggiungere in alcuni momenti una profonda unità esistenziale. Ed è questa, forse, nonostante le difficoltà del tempo presente, l'esperienza più straordinaria che possiamo lasciare ai nostri amici." Juliette Bertrand a Marino Moretti da Pasquale Lubrano Lavadera, Ritrovarci nella Brasserie Lipp, IOD Editore]

ANNA MARIA ORTESE: DOVE RISIEDE LA CIVILTA' DI UN PAESE?

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Anna Maria Ortese (1914- 1998) Vorrei chiedere a chiunque mi ascolti – aspettando risposta, naturalmente, solo nel cuore: credete davvero che la vita umana sia sempre e solo trionfo sull’altro? Che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell’altro? Credete che i deboli – paesi o individui – debbano essere eliminati anche se in modo indolore? Credete che zingari, poveri, pastori di gregge; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano questa vita lieti come fanciulli e vigili come madri, non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi? Credete che tutte le diversità interiori – assolutamente prima delle accidentali diversità fisiche o di comportamento – non siano, insieme alle macchine e a una ordinata produzione, gran parte della ricchezza reale del paese? E che un paese non sia tale, non sia un paese, se non a causa della sua lingua e dei suoi pensieri, altrimenti lo vedrem...

Vito Mancuso: Quando abbiamo iniziato a essere umani

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Vito Mancuso   Il senso della vita è una costruzione. Per la precisione, è una nostra costruzione, non ancora finita e che mai lo sarà, ma che sempre avviene e si va facendo, a volte anche disfacendo. Abbiamo iniziato da bambini, non appena abbiamo percepito di essere diversi dagli alberi, dagli animali e soprattutto dagli altri esseri umani. Quando abbiamo iniziato a essere umani coltivando quella unicità e singolarità in cui consiste la più preziosa esperienza vitale, in quel preciso momento ha preso avvio la costruzione del modo con cui vediamo, pensiamo, pesiamo, soppesiamo, esperiamo la vita, e il conseguente senso che ne traiamo. Vito Mancuso   Vito Mancuso, In che consiste il senso della vita, Garzanti  

L'amore: una roccia su cui appoggiarsi

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  Aljucer, cena di fraternità per l'Africa Quanto è attuale il bisogno di stabilità e di pace! Anche noi, personalmente e collettivamente, stiamo attraversando momenti oscuri della storia, che minacciano di schiacciarci sotto il peso dell’incertezza e della paura per il futuro. Come fare per superare la tentazione di lasciarci abbattere dalle difficoltà del presente, rinchiuderci in noi stessi e coltivare sentimenti di sospetto e sfiducia verso gli altri? Una possibile risposta è quella di "rinnovare" innanzitutto, con coraggio, la nostra fiducia che l'amore tutto   può. Siamo incoraggiati a farlo perché sicuramente a volte abbiamo   sperimentato il sostegno di una mano amica, la presenza di qualcuno che si è fatto nostro prossimo e che condivide con noi il cammino della vita anche quando diventa buio, stretto e ripido. Questa convinzione non significa restare in un’attesa passiva. Anzi, richiede di darci da fare, per essere protagonisti creativi e responsabi...

DAVIDE MARIA TUROLDO: ANIMA MIA

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  Davide Maria Turoldo (1916-1992) Anima mia, canta e cammina. E anche tu, o fedele di chissà quale fede; oppure tu, uomo di nessuna fede: Camminiamo insieme! E l'arida valle si metterà a fiorire. Qualcuno - Colui che tutti cerchiamo - ci camminerà accanto. David Maria Turoldo.

DAVIDE MARIA TUROLDO: "Fratello ateo nobilmente pensoso"

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Davide Maria Turoldo (1916-1992) Fratello ateo nobilmente pensoso alla ricerca di un Dio che io non so darti  attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo  oltre la foresta delle fedi liberi e nudi verso il nudo Essere e là dove la Parola muore abbia fine il nostro cammino. David Maria Turoldo da Davide Maria Turoldo, Canti ultimi , Garzanti, Milano 1992

WISLAWA SZYMBORSKA: L'ispirazione non è un privilegio

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  "L'ispirazione non è privilegio esclusivo di poeti o artisti in generale. Ci sono, ci sono state e sempre ci saranno persone che ricevono la sua visita. Di questo gruppo di individui fanno parte quanti hanno consapevolmente scelto la propria vocazione e svolgono il proprio lavoro con amore e immaginazione. Può trattarsi di medici, insegnanti, giardinieri - e potrei andare avanti a elencare migliaia di altre professioni. Il lavoro di queste persone diventa un'avventura continua, nella misura in cui riescono a trovarvi sempre nuove sfide. Le difficoltà e le battute d'arresto non soffocano la loro curiosità, e da ogni problema che risolvono scaturisce un nugolo di nuove domande. Qualunque cosa sia l'ispirazione, nasce da un continuo "Non lo so"." Wislawa Szymborska del discorso di accettazione del premio Nobel,  

MARIO PANCERA: DON MILANI E LA SCUOLA

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Mario Pancera C'è la frase di un ragazzo di mon tagna riportata da don Milani, che dice tutto in tre parole: "La scuola sarà sempre meglio della merda". Don Milani sosteneva che tutti i poveri avrebbero dovuto imparare a leggere e a scrivere per non essere emarginati e a scavare nelle parole per evitare gli inganni del mondo istruito. E' quindi necessario "fare scuola" ogni giorno della vita. Mario Pancera [da Mario Pancera Lorenzo Milani quarant'anni di storia scomoda, Ed. Paoline]

Faruk Redzepagic: La povertà causa di tutti i mali

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Faruk Redzepagic (1945-2010) Per la gente decisa  ad affrontare la povertà come l'origine e il luogo di nascita di tutti i mali e delle sofferenze, è essenziale la consapevolezza che la povertà si sta appunto spostando dalle aree  rurali verso i centri urbani. Questo non significa affatto che si debbano trascurare  i metodi per combattere  la povertà rurale. Se il genere umano saprà e vorrà raccogliere questa sfida, riuscirà ad evitare molte prognosi nere  relative al nostro futuro. Faruk Redzepagic OPERATORE PROGETTI UMANITARI IN BOSNIA

KAPUNSCINSKI : PER IL DIALOGO OCCORRE ACCETTARE LA DIVERSITA'

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Ryszard Kapunscinski Il dialogo con gli altri non è mai stato facile né mai lo sarà, specialmente ora che tutto assume una scala così vasta, così difficile da comprendere e controllare, e che tante forze lavorano per ostacolarlo, se non addirittura per renderlo impossibile. Ma a parte questi scopi e interessi puramente politici, ideologici ed economici, esistono anche altri problemi di fondo. Uno di essi viene messo a fuoco dall'ipotesi di Sapir-Whorf sulla cosiddetta relatività linguistica. Sostanzialmente essa sostiene che il pensiero viene formulato in base alla lingua e che, parlando diverse lingue, ognuno di noi si crea un immagine del mondo personale e diversa da quella degli altri. Queste immagini non combaciano, non sono intercambiabili, Quindi il dialogo, seppure non impossibile, richiede da parte degli interlocutori un grosso sforzo, una paziente tolleranza e il desiderio di capire e di intendersi, Il rendersi conto che, parlando con un altro, abbiamo davanti qualcuno che...

ANNA MARIA ORTESE: Ho finito anche di essere uno scrittore

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  Anna Maria Ortese (1914-1998) Ecco ho finito. Ho finito anche di essere uno scrittore - se mai lo sono stata - ma sono lieta di averlo tentato. Sono lieta di aver speso la mia vita per questo. Sono lieta, in mezzo alle mie tristezze mediterranee, di essere qui. E dirvi com'è bello pensare strutture di luce, e gettarle come teti aeree sulla terra, perché essa non sia più quel luogo buio e sperduto che a molti appare, o quel luogo di schiavi che a molti si dimostra - se vengono a occupare i linguaggi, il respiro la dignità delle persone. A dirvi come sia buona la Terra, e il primo dei valori, e da difendere in ogni momento. Anna Maria Ortese [da Anna Maria Ortese, Corpo Celeste, Adelphi, 1997]

CHIARA LUBICH: METTERCI A DISPOSIZIONE DI CHI E' NELLA NECESSITA'

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  Immedesimarci con i problemi e le preoccupazioni dei nostri prossimi;  condividerne il pane, le gioie e i dolori;  far cadere certe barriere che ancora ci dividono; di mettere da parte certi atteggiamenti di orgoglio, di rivalità, di invidia, di risentimento per eventuali torti ricevuti; superare quella terribile tendenza alla critica negativa; uscire dal nostro egoistico isolamento per metterci a disposizione di chi è nella necessità o nella solitudine; costruire dappertutto l'unità, voluta da Gesù. E' questo il contributo che noi cristiani possiamo dare alla pace mondiale e alla fraternità fra i popoli, specie nei momenti più tragici della storia.  CHIARA LUBICH Chiara Lubich, Parola di vita dicembre 2001

Massimo Recalcati: Non bombardate di verifiche i nostri figli

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  Massimo Recalcati «È questo il tempo dove quello che più conta non può essere il raggiungimento dei cosiddetti obbiettivi didattici ma il ristabilimento della natura aperta della Scuola, del suo essere comunità. Si tratta innanzitutto di coltivare nuovamente la fiducia nella relazione tra insegnanti e allievi. Non ha alcun senso bombardare di verifiche i nostri figli quando questo anno scolastico, come quello precedente, è stato ed è ancora appeso ad un filo, quando chiusura e riapertura si sono alternate seguendo necessariamente il ritmo imprevedibile e destabilizzante dell’epidemia. [...] È un mio accorato appello che rivolgo a loro e ai dirigenti scolastici: subordinate, vi prego, il rispetto dei programmi alla cura della relazione perché la didattica senza relazione non può esistere» Massimo Recalcati http://www.massimorecalcati.it/.../Massimo_Recalcati_-_La Repubblica   20 aprile 2021 Al link, "Tra i banchi meno programmi più umanità": l'articolo di Massimo Recal...

GIANNI RODARI: PROMEMORIA

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Alda Merini: Mi piace il verbo sentire

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  Mi piace il verbo sentire Sentire il rumore del mare, sentirne l’odore. Sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco. Sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore. Sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente." Alda Merini

ERALDO AFFINATI: IL MERITO? NON NELLE CLASSI DELLE NOSTRE SCUOLE!

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  Eraldo Affinati IL MERITO? NON NELLE CLASSI, PERCHE' SAREBBE UNA GARA CHE ESCLUDE GLI ULTIMI. Tutti i docenti vorrebbero ottenere il massimo dai propri alunni, ma sappiamo che per farlo bisogna calcolare la stazione di partenza di ognuno...L'articolo 34 della Costituzione italiana è molto chiaro: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita..." Non possiamo riproporre l'idea di una scuola che deve scegliere i migliori attraverso prove selettiva. Fosse così, cosa faremmo con quelli che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati? Li spazzeremo via come foglie cadute dall'albero di un paese che ha i più alti numeri di dispersione scolastica? Se così fosse, la scuola diventerebbe l'ospedale che vuole curare i sani e non i malati, per riprendere la famosa espressione del priore di Barbiana. La scuola deve formare alla vita. Consegnare il testimone. Scoprire il futuro agli adolescenti ch...

Claude Larrique: Essere sempre allegri

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É possibile consigliare ai nostri amici di essere sempre allegri ? Se ci guardiamo attorno, non è facile trovare motivi di serenitá, e tanto meno di gioia! Di fronte alle preoccupazioni della vita, le ingiustizie nella societ à e le tensioni fra i popoli, è gi à un grande sforzo non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, non arrendersi, o non ripiegarsi su se stessi.  Qual è il segreto? “C’ è una ragione - scriveva  Chiara Lubich - per cui, nonostante tutte le difficolt à , dobbiamo essere sempre allegri . La seria scelta di una vita orientata verso gli altri ci conduce a ci ò poiché ci fa sperimentare la pienezza dentro di noi,  e cosí non possiamo non essere nella gioia. Allo stesso tempo, questa pienezza dá senso alla nostra vita, ci guida come una luce, ci libera da ogni timore nei confronti del passato o da quello che ci attende, ci d à la forza per superare tutte le difficolt à , tentazioni e prove che possiamo incontrare” . La gioia non è ...

ESSERE MISERICORDIOSI

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  L'Idea di questo mese ci invita ad essere misericordiosi. Ma che cos'è la misericordia? Chi sono i misericordiosi? I misericordiosi sono coloro che hanno il cuore ricolmo d'amore per i loro fratelli e sorelle, un amore concreto che si china verso gli ultimi, i dimenticati, i poveri, verso chi ha bisogno di amore disinteressato. E questo ci porta ad essere felici, sentirci fortunati. Questa proposta, concetto centrale nelle principali religioni o sistemi filosofici (cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo, confucianesimo), può trasformare e rivoluzionare i principi più comuni del nostro modo di pensare. Ha la potenza di cambiare il cuore, la capacità di creare una nuova umanità, rendere possibile il sogno di un'umanità più fraterna. Allo stesso tempo, è necessario vivere la misericordia anche con noi stessi, per saperci perdonare fino a poter sperimentare un amore straordinario e sovrabbondante. La parola misericordia deriva dall'ebraico rehem , grembo mat...