CHIARA LUBICH: DISCORSO ALL'ONU


Chiara Lubich (1920-2008) parla all'ONU

   Sentiamo di dover portare il nostro contributo anche qui, in questa “casa” di incontro tra i popoli[1]  per sostenere con un supplemento d’anima gli sforzi che si vanno compiendo per fare dell’ONU uno strumento adeguato alle attese dell’umanità. E’, del resto, ormai parte del “sentire comune” dei protagonisti della vita internazionale la necessità di rileggere il senso della reciprocità… Reciprocità che richiede il superare antiche e nuove logiche di schieramento, stabilendo invece relazioni con tutti come il vero amore esige; che domanda di operare per primo, senza condizioni e attese; che porta a vedere l’altro come un altro se stesso e quindi a pensare in questa linea ogni tipo di iniziativa: disarmo, sviluppo, cooperazione. Una reciprocità in grado di portare ogni protagonista della vita internazionale a vivere l’altro, i suoi bisogni e le sue capacità, non soltanto nelle emergenze, ma a condividerne quotidianamente l’esistenza. La pace, come testimoniano anche le finalità e l’azione delle Nazioni Unite, ha nomi nuovi e richiede in primo luogo uno sforzo che l’ONU può sostenere: superare la categoria del nemico, di qualsiasi nemico. 

Chiara Lubich

dal discorso  all'ONU tenuto il 28 maggio 1997 

 



[1] E’ la “casa” delle Nazioni Unite dove Chiara Lubich è stata invitata a intervenire sul tema della pace

 



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