Gli imprenditori non sono speculatori o faccendieri
In generale, come dice l’economista
Luigino Bruni[1],
la classe dirigente non ha avuto uno sguardo benevole verso il lavoro, il
commercio e le imprese.
Gli imprenditori sono stati guardati molto spesso come
affaristi perché trafficavano beni privati. Sarebbe stato, invece, buono il
denaro speso dagli Amministratori politici perché quel denaro aveva come scopo
il bene comune. Così il debito pubblico sarebbe diverso e moralmente migliore
dei debiti e crediti privati, in quanto questi ultimi nascevano da interessi e
egoismi particolari.
Niente di più falso e distorto! Dobbiamo,
invece, guardare politicamente e culturalmente i nostri imprenditori in modo
nuovo e diverso: dobbiamo sentirli alleati per lo sviluppo e il lavoro. Dobbiamo
finirla di confondere i veri
imprenditori e la loro azione e vocazione civile con gli “speculatori” e coi “faccendieri”
che imprenditori non sono.
Guardando la situazione in Italia, non
possiamo considerare i nostri imprenditori meritevoli di essere pubblicamente
vessati e penalizzati con aggravi di tasse, dimenticando che essi svolgono un
servizio pubblico, che creano sviluppo e lavoro. Tassare ulteriormente questi nostri imprenditori che rischiamo
personalmente, con prospettive spesso incerte, è un vero “peccato sociale di
cui siamo tutti responsabili se restiamo passivi e silenti”.
Francesco d’Assisi inseriva gli
imprenditori tra i pauperes, ossia tra
i poveri, in quanto essi “non erano percettori di rendite ma vivevano di
redditi sottoposti al mercato, alle sue incertezze e avversità.”
Oggi come ieri l’imprenditore vero è
l’unico “che rischia i propri talenti e le proprie risorse per creare beni e
lavoro. Non vive di rendite e quindi, se non crea e innova, cade a terra. E può
cadervi anche innovando e facendo bene il proprio mestiere: lo stiamo vedendo
troppe volte in questi tempi di crisi”
Per questo sentiamo fortemente che occorre
ridare fiducia e stima ai nostri imprenditori. Come pure è indispensabile che i Governi vadano
incontro con coraggio alle loro esigenze reali e sostengano il loro spirito di
iniziativa con politiche adeguate.
Commenti