"Le perle preziose"
Fila di Immigrati davanti alle Poste
Avevo 15-16 anni quando durante un'estate il mio fratello più grande ha svolto un volontariato con gli extracomunitari presso la Caritas. La maggior parte di loro veniva dalla Cina, ma non mancavano albanesi, ecuadoriani, marocchini, ecc. Con alcuni di loro aveva stabilito legami di amicizia molto profondi, e per lui è stato normale invitarli a casa, visto che tutti noi eravamo in vacanza.
Al nostro ritorno, ci siamo improvvisamente trovati a conoscere persone di altri paesi, culture, religioni e abitudini diverse che venivano a casa per trovare mio fratello.
Inizialmente il rapporto con questi ragazzi e ragazze coinvolgeva soprattutto lui, e per me non era particolarmente difficile accoglierli e salutarli con un sorriso e poi tornare ai miei hobby, alla mia vita. Ma poi pian piano, queste persone sono diventate amiche di casa nostra e venivano a trovarci perché, evidentemente, lì respiravano l'aria di quella famiglia che avevano lasciato nei propri paesi.
Non passava sabato senza un ospite a casa, spessissimo intorno al tavolo con la pizza di babbo.
Questa esperienza mi ha aiutato a non provare sentimenti di diffidenza verso gli extracomunitari, anzi, durante la mia adolescenza, essi sono stati molto importanti per la mia formazione come persona, come uomo, e ahanno contribuito ad accerescere la mia attenzione verso i bisogni degli altri.
L'incontro con la "differenza culturale" mi ha arricchito; mi sono ritrovato improvvisamente con tante perle preziose: le loro storie, le loro vite.
Gabriele Bresci
da GabrieleBresci, L'altra faccia della povertà: l'immigrazione, Atti del Convegno "Dialogo su coscienzae povertà" Castelgandolfo 25-27 maggio 2007
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