In attesa che nasca lo Stato Palestinese
un immagine di Betlemme
"Quello che era un popolo con una sua cultura e autonomia economica è ormai alla crisi grave: check points, demolizione di case, distruzioni di infrastrutture, il muro costruito non sul confine ma sul territorio palestinese in modo da ritagliare quanto più possibile della zona verde, taglio delle sorgenti d'acqua per destinarli ai nuovi insediamenti israeliani, ma anche mille ostacoli dentro i territori palestinesi per impedire gli spostamenti delle persone e delle greggi, l'agricoltura stravolta e mutilata, uliveti abbattuti. Gli agricoltori non possono raggiungere i propri campi, e se non li lavorano, dopo tre anni Israele glieli espropria. Queste azioni si basano sull'arbitrio dell'esercito di occupazione. Tutto ciò sta distruggendo la vita quotidiana dei civili palestinesi, provoca povertà e ha mandato a pezzi l'assistenza sanitaria. Ci sono leggi segregazioni che ostacolano le famiglie miste israelo-palestinesi... A nulla valgono le numerose denunce delle ONG e delle organizzazioni umanitarie che operano lì. Da 60 anni si attende la nascita dello Stato palestinese, mentre gli insediamenti israeliani in territorio palestinese continuano a crescere."
Armando Romano
Questo diceva, tra l'altro, Armando Romano, del gruppo del dialogo di Treviso, al convegno "Dialogo su coscinza e povertà" svoltosi a Csastelgandolfo il 25-27 maggio 2007, presentando il "Progetto Betlemme" portato avanti in collaborazione con l AMU e col Movimento dei Focolari presente in Terra Santa. Con i fondi raccolti si è intervenuti in tante situazioni di emergenza di famiglie di Betlemme promuovendo anche incontri di collaborazione fraterna e di formazione all'unità e alla pace tra israaeliani e palestinesi.
Nonostante il primo riconoscimento dell'ONU sullo Stato Palestinese, la situazione resta sempre molto difficile, per cui continua l'impegno in Europa per questo progetto. Tutti possono aderirvi collegandosi con la segreteria internazionale dell'AMU: www.amu-it.eu
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