"Così è la vita" di Concita DeGregorio
Per riuscire a censurare la morte – nasconderla a noi stessi, agli altri, a una società intera – è necessario prima censurare la vita. Levando dalla vita le tracce della fragilità, della malattia e della vecchiezza: le tracce del tempo.
Ma questa sorte di sterilizzazione della vita – questo prosciugare umori, lacrime, cicatrici, rughe, malattie, dolore – la dissecca, la immiserisce. E finisce per toglierci, a conti fatti, molto di più di quanto la morte ci leva.
Questo, in estrema sintesi, è il succo del nuovo libro di Concita De Gregorio, che si chiama Così è la vita (Einaudi Stile libero).
E’ un libro breve e potente, ma soprattutto è un libro contagioso. Perché la sua forma aperta…è così coinvolgente da costringere il lettore a riaprire i suoi cassetti e a rifare i suoi bilanci, in tema di morte e di morti. A rivedere volti e case, a ricordare cerimonie e gruppi umani raccolti a salutare qualcuno, a levare i sigilli a quell’urna invisibile nella quale la morte è stata racchiusa a costo di rinchiudere, e dimenticare, e perdere, anche le tante vite che la morte racconta.
Perché la morte racconta. Non solo il dolore. Non solo la fine. Racconta la vita delle persone morte: l’amore dato e ricevuto, le tracce forti e inconfondibili lasciate da ciascun essere umano, le parole spese, l’ordine seminato perché attecchisse.
Michele Serra
da Michele Serra, Happy End, La Repubblica 2 novembre 2011
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