Una cartolina da Trento
Più di trenta parteciparono
ai tempi di Cles e di Madruzzo
al Concilio che fu
la linea del Piave del cattolicesimo in rotta
Piuttosto eptadentum che tridentum nell’orrida porta
che mostrando i denti
dispensa un Buon Consiglio.
Non le diedero ascolto
Cesare, Fabio e Damiano
morti ammazzati
non sulla croce, bensì sparati,
nel cortile sul retro.
Del sangue dei Martiri dell’Italia redenta
si fregiò il fascismo
ondeggiante, come noto,
tra passatismo e futurismo.
A Trento il pendolo della storia fasciovestita
oscilla tra il peristilio disposto a corona sul DOSS
e le meccaniche Marionette deperiane
come candeline sulla torta, il polo a,
come fantasmagoriche coreografie
da Ballo Excelsior, l’antipalo b.
Nella Trento liberata
finalmente libero,
Libera potè parlare
senza mediazioni
il linguaggio pieno
dell’architettura nuova.
Nel nuovo Buon Consiglio
concepì ardimenti statici
proiezioni di pietra
dei sentimenti estremi
e delle passioni forti
che ciclicamente scuotono
questa frontaliera città.
Ed, a seguire,
De Gasperi vs Curcio
l’uno contro l’altro armati.
- Se vincono i comunisti sarà un ’48 -
ammonì il primo.
- Dobbiamo colpire il cuore dello stato –
urlò il secondo
Storie opposte di figli spuri
nutriti dal latte
della stessa matrona
al cui seno avevano attinto
i sopradetti
Madruzzo il riformatore
e Cesare il ribelle.
Infine Trento devastata
dal fuoco delle bombe
accese il genio benigno
della Lubich.
Chiara trasfigurò
l’immagine funesta
delle sue macerie fumanti
nella mistica disperazione
del Nazzareno sulla Croce
che, divenuto umano
troppo umano, dubitò
di sé e del Padre Suo.
A me impressiona, ieri come figlio,
oggi come padre, questo Dio-Re
che aveva chiesto ad Abramo di uccidere Isacco
dispensandolo all’ultimo istante
dalla temibile prova,
ma ancora di più
questo Dio, padre pentito,
che, mosso da struggente
nostalgia per noi,
figli lontani,
esiliati e dispersi, quaggiù,
per lesa maestà,
non esita a sacrificare
il Suo, di Figlio.
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