l'acqua: un diritto universale
Riportiamo l'intervento della giornalista Anna Giordano sull'avvenuta privatizzazione dell'acqua.
Il Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate parla “dell’accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”. E invece, il 18 novembre 2009, la falce, che pendeva sull’acqua per il decreto “Ronchi” 135/09, il quale all’art. 15 la privatizzava, si è abbattuta implacabile in seguito al voto di fiducia del Parlamento, che ha convertito il decreto in legge.
La norma stabilisce che l’affidamento dei servizi avvenga, in via ordinaria, a favore di imprenditori o società individuate con gara o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata, con capitale privato non inferiore al 40% (ma con obbligo di affidare al socio privato specifici compiti operativi di gestione). Nel contempo prevede che a partire dal dicembre 2011 vengano a cessare le gestioni dei servizi idrici effettuate tramite società totalmente pubbliche, controllate dai Comuni (cosiddette gestioni “in house”), impedendo quindi anche che gestioni interamente pubbliche possano essere attivate in futuro.
Il ricorso del Governo al voto di fiducia si è dimostrato una manovra imprevista che ha colpito buona parte dell’opinione pubblica. La ragione addotta è stata quella di dover uniformare la gestione dei servizi pubblici locali alle richieste della Comunità Europea. Ragione smentita subito dal WWF, che in una nota subito diffusa on line precisa che “le modifiche introdotte per sopprimere la gestione in house contrastano con i principi della giurisprudenza europea”.
Dunque, nonostante sia sotto gli occhi di tutti che la gestione del servizio idrico affidato in questi ultimi anni a soggetti privati in alcune province italiane e a livello europeo abbiamo prodotto esclusivamente innalzamenti delle tariffe e un aumento costante di consumi e sperequazioni, si continua a sostenere che mercato e privati siano sinonimi di efficienza e riduzione dei costi.
Il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua, costituitosi per la difesa dell’acqua pubblica, continua nella sua battaglia con la Campagna Salva l’Acqua, che finora ha raccolto migliaia di firme per dissuadere governo e parlamentari, realizzando una colossale mail bombing. Ha già lanciato il suo nuovo messaggio, rivolgendo un “appello agli uomini liberi ed onesti, ai cristiani e ai laici impegnati nella società civile affinché si resista con fermezza contro questa delegittimazione delle istituzioni avvenuta con un decreto fondamentalmente incostituzionale” e passato alla Camera senza dibattito parlamentare.
E’ una battaglia che va portata avanti da tutti gli uomini di buona volontà, sia credenti che di convinzioni non religiose, al di là delle latitudini, perché con la privatizzazione siamo convinti che nei paesi ricchi a pagare saranno i più poveri e nei paesi poveri a pagare saranno quelli ancora più poveri. Nel nome di sorella acqua.
Anna Giordano
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