CREDERE?


 Credere? Nel dialogo fra persone di diverse culture e orientamenti religiosi, un tema ricorrente è quello della domanda: “Si può sempre sperare? E in che cosa?”. Una domanda che risuona in modo più intenso nei momenti di difficoltà e di fronte alle sconfitte o alle sofferenze più lancinanti, ma anche di fronte alle delusioni di un’ideale o di un insieme di valori che ci avevano affascinato. 

 È proprio in questi momenti di dubbio che siamo spinti a riconsiderare le nostre convinzioni, i valori e le credenze in cui abbiamo riposto la nostra speranza. E con essi trovare la forza di affrontarli e far emergere la grandezza dell'essere umano, capace di cadere e rialzarsi, di vivere la debolezza in modo consapevole, senza inutili aspettative miracolistiche. 

 Credere è molto più che sperare una soluzione ai nostri problemi, è piuttosto un impulso che permette di continuare a camminare. La vita, proprio in quei momenti, può misteriosamente diventare dono autentico. 

 Credere in un impegno che dà senso alla vita non è come accettare un contratto che si firma una volta e poi non si guarda più, ma è un fatto che trasforma e permea ogni scelta quotidiana. Un piccolo aiuto a vivere in questo modo è quello di non pensare alle situazioni estreme, che non possono che farci paura e bloccarci, ma di affrontare le piccole difficoltà di ogni giorno, condividendole con i nostri amici. 

In questo modo, se non ci perdiamo d'animo, scopriremo che ogni giorno può offrirci una nuova opportunità per credere e per dare speranza a chi ci sta vicino. È la forza dell'amicizia che cerca il bene dell'altro. Quando tutto va bene, è più facile sentirsi forti e coraggiosi. Ma è quando viviamo l’esperienza delle vulnerabilità che possiamo costruire qualcosa che non passa e che resterà anche dopo di noi. È la convinzione che si acquisisce quando si è condivisa la vita con qualcuno che ha creduto al di là di tutto, che ha lottato e sofferto e che è diventato vicino a tutti con il suo amore. 

 Queste persone, dopo aver concluso la loro vita su questa terra, lasciano una tale impronta e la loro memoria è così viva che -misteriosamente- ci fa dire, anche al di là del nostro riferimento religioso o non religioso: “Io credo, ci credo. Continuiamo insieme!”.Credere? 


a cura del gruppo del Dialogo dell'Uruguay


  

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