PROCIDA PICCOLA ISOLA E I PERICOLI DELLA CONTAMINAZIONE

 

L'isola di Procida

Procida, piccola isola ferita dalla storia ma salvata dagli artisti che ne hanno sempre scoperto ed amato L'ANIMA SEGRETA.
Pur essendo essa aperta a scambi culturali e sociali ha saputo mantenere intatta la sua identità di isola-mondo aperta a scambi culturali positivi, senza mai snaturarsi.
Questo fino ad ieri è stato realmente possibile, oggi invece, dopo l'evento di Procida Capitale della cultura, male inteso da tanti, corre il rischio di uno snaturamento, li dove prende piede una propensione ad un turismo che non tiene conto DEI SUOI LIMITI GEOGRAFICI (SOLO 3,7 KMQ) E DELL'ALTA DENSITA' ABITATIVA : normalmente circa 11.000 abitanti e in estate oltre 20.000.
Lo prevedeva l'UNESCO già nel 1987 in uno studio scientifico sui paesini di alta montagna e le piccole isole che si aprono al turismo senza prendere alcune opportune precauzione. Si rischia realmente lo snaturamento della vita isolana o meglio l'impazzimento.
Lo testimonia un po' questo aumento vertiginoso dei B&B, delle biciclette elettriche divenute un vero pericolo per la loro alta velocità, l'aumento delle auto e dei taxi di enormi dimensione, e l'enorme difficolta a cui sono sottoposti i pullman per raggiungere alcune località. Sembra quai che non si voglia tener conto della necessita di una mobilità ridotta, a causa delle esigue e piccole stradine, divenute tutte a senso unico di circolazione o zone di parcheggio.
L'isola ne è travolta. Basta fermarsi alcuni minuti in località San Giacomo nelle ore di punta per constatarlo con i propri occhi.
Si rende pertanto più che mai necessaria una riflessione costante e attenta da parte di tutti.
Occorrerà leggere, primariamente, lo studio dell'UNESCO e capire come ovviare ai vari inconvenienti che uno sviluppo turistico indiscriminato può comportare in una piccola isola.
Far finta di niente potrebbe essere domani un vero dramma.
Lo diceva anche con forza, alcuni anni fa, il caro regista Giuliano Montaldo che ha molto amato la nostra isola, nel suo documentario "Salvare Procida".
Il procidano, solo rivedendo questo documentario, capirà senz'altro che sulla piccola isola non tutto sarà possibile, e che i limiti geografici di essa e le limitate dimensione delle vie di comunicazioni, la maggior parte senza marciapiedi o percorsi comunali, non consentono di usare i velocipedi o i motorini o le auto in maniera indiscriminata e a nostro piacimento. E forse capiremmo tutti che a qualcosa dovremmo pure rinunciare,
Inoltre gli incidenti sono continui, per fortuna non mortali.
Mio suocero a 86 anni fu schiacciato al muro da un camioncino che era largo quanto la larghezza di via principessa Margherita, dove abitava. Penso seriamente che questo non dovrebbe mai più succedere.
Procida dovrà difendere necessariamente una moblità equilibrata, la serenità della vita sulle strade, la sua bellezza, il silenzio , l'armonia e la luminosità dei suoi paesaggi; dovrà difendere le sue baie dall'aggressione indistinta dei motoscafi, nonostante la legge del Parco di Nettuno preveda un numero limitato di boe in queste baie. Dovrà inoltre conservare quella cultura millenaria marinara che le permise di essere molto in avanti nell'economia e nella solidarietà sociale, istituendo fin dal 600 il Pio Monte dei Marinai. Infine non dimentichiamo che Procida, "grande" e unica nel panorama delle isole italiane ha donato all'Italia , grazie a Marcello Scotti, Il primo catechismo nautico. E non è una piccola cosa.
Nella Foto: Procida Punta "Pizzago" e la baia della Chiaia.

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