L'unica cosa necessaria
L'unica cosa necessaria
Chiara Lubich con amici indiani
Può essere
capitato anche a noi di pensare che esista una contrapposizione tra una
"vita attiva" e una "vita cosiddetta contemplativa", quasi
come due approcci esistenziali alternativi.
Ma non è certo detto che la meditazione, e
l'ascolto della voce della coscienza, coltivare l'interiorità, siano più
importanti dell’aiuto concreto agli altri. Occorre piuttosto trovare come
legare queste due espressioni: vivere verso la propria interiorità e verso il
prossimo. Due tendenze che non si contrappongono ma che sono complementari.
Resta da capire cosa sia veramente
necessario.
A questo proposito, Chiara Lubich ha
scritto che la cosa più necessaria nella vita è imparare ad ascoltare la ‘voce
interiore’ e mettere in pratica il bene che ci suggerisce, in modo tale da
poter operare una trasformazione in noi. Non solo, ma anche di rimanerle
fedeli, tenendola nel nostro cuore perché plasmi la nostra vita, portando
frutti di vita nuova. Così accade nella natura: la terra tiene nel suo seno il
seme perché germogli e porti frutto.
Spesso gli affanni, le malattie, gli
impegni e anche le gioie e le soddisfazioni ci disperdono nel vortice delle
cose da fare, non lasciandoci il tempo di fermarci per riconoscere la voce
interiore dell'amore e ascoltarla.
Questa IDEA è un’occasione preziosa per
esercitarci nello scegliere la ‘parte migliore’, ossia ascoltare la voce
interiore che ci spinge al bene per acquisire quella libertà che ci può
consentire di agire di conseguenza nella nostra vita di ogni giorno.
dal Gruppo del Dialogo dell'Uruguay
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