Un vero salto di qualità
Ricostriamo la Siria (asilo di Aleppo) |
Tutti noi possiamo sentirci parte di una grande
famiglia, se ci impegniamo a riconoscerci come fratelli, come uguali, che
condividiamo la dignità degli esseri
umani.
Tutti:
adulti e bambini, uomini o donne, sani o malati, di qualsiasi cultura o
posizione sociale. Ogni persona porta con sé questo ´marchio´ che ci identifica
e ci rende simili. Non solo, ogni persona è il primo tu dell’altro, con cui puó
stabilire un rapporto di conoscenza e di amicizia.
Per
questo tutti noi possiamo fare propria la convinzione della fraternità
universale. È la nostra opportunitá più
grande, che ci sorprende e ci libera dal passato, dalle nostre paure, dai
nostri schemi. Da questa prospettiva anche i limiti e le fragilitá possono
essere una pedana di lancio per la nostra realizzazione. Un vero salto di qualità.
Cosí
invitava Chiara Lubich rivolgendosi a persone che desideravano vivere questa
proposta: “Siate una famiglia! C’è tra di voi chi soffre delle prove
spirituali o morali? Capiteli come e più
di una madre, illuminateli con la parola e con l’esempio. Non permettete che gli
manchi il calore della famiglia. C´è tra di voi chi soffre fisicamente? Siano
loro i nostri fratelli prediletti. Non anteponete mai un’attività di qualsiasi
genere allo spirito di famiglia con i fratelli con i quali vivete; (..) la cosa
migliore sarà quella di cercare di creare con discrezione e con prudenza, ma
con decisione, lo spirito di famiglia. È
uno spirito umile, che vuole il bene degli altri, che non si vanta
poiché è la vera caritá”.
Ognuno di noi puó scoprire nel quotidiano il
proprio compito per costruire la grande famiglia umana.
In un
quartiere di Homs, in Siria, piú di 150 bambini, la maggior parte mussulmani,
realizzano, dopo la scuola, i compiti nella sede di una Chiesa greco-ortodossa.
Racconta Sandra, la direttrice: “Li accogliamo e li aiutiamo tramite un’équipe
di insegnanti ed esperti in un clima familiare sulla base del dialogo e la
promozione dei valori. Molti bambini sono segnati da traumi e sofferenze.
Alcuni si mostrano apatici, altri aggressivi.
Vogliamo ricostruire la fiducia in sé stessi e negli altri. Come di
solito le famiglie sono spezzate dalla guerra, qui possono ritrovare la voglia
e la speranza di ricominciare”.
Claude Arrique
Uruguai
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