Mamma Africa
“Un caldo pomeriggio di domenica, seduti sul marciapiede c’erano alcune madri con i loro figli affamati. Li invitai a passare e gli dissi che gli avrei dato gratuitamente qualcosa da mangiare ai bambini. Loro si vergognavano per non avere soldi, ma io insistetti, e finalmente accettarono. A partire da quel momento, il mio bar é diventato il bar degli immigranti, la maggior parte dei quali é musulmana. Molti iniziarono a chiamarmi ‘mamma Africa’. I miei vecchi clienti, a poco a poco, si andarono perdendo, in modo che la piccola sala dedicata alle partite dei pensionati é diventata quella dei bambini, dove possono studiare e giocare, con la comoditá che le mamme possono cambiare i pannolini al bimbi, oppure si é trasformata in un’aula per le lezioni di italiano. Io non ho fatto una scelta in realtá, ma tutto é nato da una necessitá, quella di non guardare dall’altra parte. Grazie a loro ho avuto contatto con persone ed associazioni che mi sostengono e mi aiutano ad andare avanti. Se dovessi ricominciare, lo farei volentieri. Per me la cosa importante é dare”.
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