Quando ci sentiamo deboli





      Tutti noi costatiamo permanentemente le nostre fragilità fisiche, psicologiche e spirituali, e vediamo attorno a noi un’umanità spesso sofferente e smarrita. Ci sentiamo deboli ed incapaci di risolvere quelle difficoltà, persino per affrontarle, e ci limitiamo almeno a non causare danno a nessuno.
      L’esperienza di Paolo di Tarso, al contrario, apre un orizzonte nuovo: riconoscendo ed accettando la nostra debolezza, possiamo donarci, cosí come siamo, per amore, e ció ci sosterrá  nel nostro cammino. Infatti, afferma: “Quando sono debole, è allora che sono forte”.
      A questo proposito, Chiara Lubich ha scritto: “La nostra ragione si ribella di fronte a tale affermazione, poiché vede in essa una  flagrante contraddizione o semplicemente un azzardato paradosso.  Invece, questa affermazione esprime una delle verita più alte…” Siamo forti precisamente quando sperimentiamo piú debolezza. Infatti, il libero pensatore Mahatma Gandhi, diceva: "L’amore è la forza dell’umile, ma è la più potente forza che il mondo ha a disposizione".
     Nella nostra debolezza, dunque, nell’esperienza della nostra fragilità si nasconde un’occasione unica: quella di sperimentare la forza dell’Amore (con maiuscola).
      E il paradosso dell’amore, così come lo vedevamo nell’idea del mese scorso: i miti sono i felici, perché lavorano per la pace.  


      Commentando quest’esperienza di Paolo, Chiara suggeriva: “L’opzione che come persone sagge dobbiamo fare è nel senso assolutamente contrario a ciò che di solito succede. E andare veramente controcorrente. L’ideale di vita del mondo in generale consiste nella ricerca del successo, del potere e del prestigio. Paolo, invece, ci dice che bisogna gloriarsi delle debolezze. Crediamo dunque  che l'amore tutto puó.  Per esso (…) possiamo essere certi di compiere opere che valgono, che irradiano un bene duraturo e che vanno incontro alle vere necessità degli individui e della collettività”.

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