Festival di Sanremo 2012
Può bastare della buona musica a dare senso alla costosa manifestazione di Sanremo 2012, in un momento di grave crisi economica che chiede sacrifici ingenti alle famiglie degli italiani e che conta ogni giorno un numero sempre più alto di persone che perdono il lavoro?
Si parla di un bilancio di circa 300 milioni di euro, con cifre stratosferiche per l’allestimento del palco e per gli onorari di artisti e modelle. Solo la modella Ivana Mrazova ha ricevuto un compenso intorno ai 50 mila euro per una esclusiva presenza scenica di effetto, e il pur bravo Cementano è costato ai cittadini 350 mila euro a serata.
Può bastare tutto questo?
NO! Sinceramente NO! Non può bastare!
Quanto deve lavorare un impiegato, un operaio o un decente di scuola media per arrivare a queste cifre?
Pensiamo che la sobrietà di vita che si auspica e si impone a tante famiglie, deve essere vissuta anche da una televisione di Stato che si regge con il contributo di tutti i cittadini.
Forse occorre ricordare che grandi artisti hanno donato in tutti i tempi opere immortali spesso in condizioni di estrema sobrietà e nella sofferenza, per cui non possono essere lo sfarzo e milioni di euro a dare valore alla vetrina di Sanremo.
Ci è sembrato, inoltre, quanto meno inopportuno che un artista, stimato e seguito per la sua incontestabile arte musicale, si sia cimentato in una “predica” non improntata sempre al rispetto della diversità di pensiero. Inaccettabile per i credenti, che certamente non hanno apprezzato la disinvoltura con cui sono stati tranciati giudizi durissimi mascherati da giustizia sociale ed etica, e per i laici, che probabilmente erano disposti solo ad una serata di puro relax, senza intrusioni. Senza parlare del turpiloquio, quasi fosse l’unico strumento per strappare un sorriso.
E’ questo il modello che vogliamo lasciare alle nuove generazioni?
Auspichiamo pertanto una vibrata, forte e democratica protesta dal Nord al Sud dell’Italia per chiedere al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro dello Spettacolo, che non abbiamo più a verificarsi questa forti e deleterie contraddizioni, e che l’arte ogni arte, anche quella della musica, siano a servizio della crescita umana di ogni cittadino, in uno spirito di comunione e di partecipazione alla vita di chi soffre e lotta per vivere.
Può bastare tutto questo?
NO! Sinceramente NO! Non può bastare!
Quanto deve lavorare un impiegato, un operaio o un decente di scuola media per arrivare a queste cifre?
Pensiamo che la sobrietà di vita che si auspica e si impone a tante famiglie, deve essere vissuta anche da una televisione di Stato che si regge con il contributo di tutti i cittadini.
Forse occorre ricordare che grandi artisti hanno donato in tutti i tempi opere immortali spesso in condizioni di estrema sobrietà e nella sofferenza, per cui non possono essere lo sfarzo e milioni di euro a dare valore alla vetrina di Sanremo.
Ci è sembrato, inoltre, quanto meno inopportuno che un artista, stimato e seguito per la sua incontestabile arte musicale, si sia cimentato in una “predica” non improntata sempre al rispetto della diversità di pensiero. Inaccettabile per i credenti, che certamente non hanno apprezzato la disinvoltura con cui sono stati tranciati giudizi durissimi mascherati da giustizia sociale ed etica, e per i laici, che probabilmente erano disposti solo ad una serata di puro relax, senza intrusioni. Senza parlare del turpiloquio, quasi fosse l’unico strumento per strappare un sorriso.
E’ questo il modello che vogliamo lasciare alle nuove generazioni?
Auspichiamo pertanto una vibrata, forte e democratica protesta dal Nord al Sud dell’Italia per chiedere al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro dello Spettacolo, che non abbiamo più a verificarsi questa forti e deleterie contraddizioni, e che l’arte ogni arte, anche quella della musica, siano a servizio della crescita umana di ogni cittadino, in uno spirito di comunione e di partecipazione alla vita di chi soffre e lotta per vivere.
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VLL