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LA RIVOLUZIONE DEL DONO

Quotidianamente siamo bombardati dalle immagini della società dell’apparenza. In tutte le nazioni la globalizzazione impone un modello in cui la ricchezza, il potere e la bellezza fisica sembrano essere gli unici valori.  Eppure basta fermarsi a osservare le persone che quotidianamente incontriamo nelle nostre città (su un treno, nella metropolitana, per strada) per accorgerci che esiste una realtà diversa, fatta di piccoli gesti quotidiani di solidarietà, genitori che accompagnano a scuola i figli, infermieri che si alzano all’alba per raggiungere il posto di lavoro accanto alle persone sofferenti, lavoratori che svolgono il loro compito con serietà e impegno nelle fabbriche, nei negozi, negli uffici.  Per non parlare delle tantissime azioni di volontariato.  C’è bisogno di uno sguardo di verità, capace di andare oltre le apparenze. Uno sguardo che valorizza il positivo di ogni persona rendendosi conto che sono questi piccoli gesti quotidiani che tengono in piedi la società. E

PRIMO LEVI: Che tu sia o non sia un credente...

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  "Mi piacerebbe che in tutte le facoltà scientifiche si insistesse su un punto: ciò che farai quando eserciterai la professione può essere utile per il genere umano, o neutro, o nocivo. Non innamorarti di problemi sospetti. Nei limiti che ti saranno concessi, cerca di conoscere il fine a cui il tuo lavoro è diretto. Lo sappiamo, il mondo non è fatto solo di bianco e di nero e la tua decisione può essere probabilistica e difficile: ma accetterai di studiare un nuovo medicamento, rifiuterai di formulare un gas nervino. Che tu sia o non sia un credente ... se ti è concessa una scelta non lasciarti sedurre dall'interesse materiale e intellettuale, ma scegli entro il campo che può rendere meno doloroso e meno pericoloso l'itinerario dei tuoi compagni e dei tuoi posteri. Non nasconderti dietro l'ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall'uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla." Primo

LIUIGINO BRUNI: Umanizzare Dio

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  Luigino Bruni Giovedì sono andato a Santa Maria Novella (ormai museo, a pagamento), per vedere questa stupenda Trinità del Masaccio. Mi ha sempre colpito la tradizione popolare della crocifissione come evento trinitario, dove il Padre sta dietro la croce e sorregge Gesù. Ne ho parlato più volte in questi anni. La teologia cercava di insegnare al popolo che era stato il Padre a volere la morte di Gesù in croce per redimere l'umanità col sangue del Figlio, ma la gente sentiva che non poteva essere vero, e che comunque ci doveva essere qualche anello mancante in quella teologia perfetta. Ogni giorno i padri e le madri danno la loro vita per togliere ai figli e alle figlie le loro croci, per schiodargli dai patiboli sui quali finiscono o vengono messi. Lo sapevano per un istinto di vita, e lo sappiamo anche noi. E allora per proteggere Dio, per non pensarlo meno buono e padre di quanto non fossero loro, inventarono un'altra teologia popolare, e dipinsero un Padre che cerca di al

ALDO PALAZZESCHI UN AUTORE IMPORTANTE DEL NOSTRO 900 LETTERARIO

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  Aldo Palazzeschi Esattamente 50 anni a, il 17 agosto 1974, Aldo Palazzeschi uno dei maestri della letteratura italiana del 900 ci lasciava. Intimo amico di Marino Moretti e dell'amica traduttrice Juliette Bertrand egli è stato più volte per nell'isola di Procida dove la Bertrand aveva una casetta nell'oasi di Pizzago e proprio li riceveva gli scrittori italiani di cui traduceva le opere : Moretti, Palazzeschi, Moravia, Pratolini, Sciascia, la De Cespedes e tanti altri. Per incontrare la Bertrand, Moravia venne sull'isola insieme a sua moglie Elsa Morante e si ritrovarono una sera nella pensione Eldorado. Testimonianza viva di queste amicizie letterarie che nascevano sulla nostra isola, restano gli epistolari tra Aldo Palazzeschi e Marino Moretti, tra Aldo Palazzeschi e Juliette Bertarnd e tra Marino Moretti e Juliette Bertrand. Procida, inconsapevolmente, diventerà il luogo magico dove queste amicizie si consolideranno, acquistando uno splendore nuovo, quasi mit

È L AMICIZIA TRA GLI SCRITTORI CHE RENDE UN'EDITRICE "CASA"

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    Michele Prisco, Luigi incoronato, Domenico rea, Luigi Compagnone e Mario Pomilio legati da grande amicizia e diedero vita al gruppo "Le ragioni narrative" Tante le editrici in ogni nostra Regione; sorgono come funghi ma poche resistono: una stagione o due poi muoiono o languono nell affanno. Tante le ragioni ma una, forse la più significativa, spesso non è presa in considerazione. Perché un editrice diventi "casa" è necessario che essa non sia una tipografia che stampi libri e li pubblichi. È necessario che essa abbia un progetto intorno al quale si coaguli un gruppo di scrittori capaci di essere alleati leali e amici, capaci di sostenersi a vicenda nelle cadute e di gioire insieme nei successi. Sara questa alleanza', sentita e vera, tra l'editore e gli scrittori e tra gli scrittori, a dare fondamenta solide alla piccola editrice e a renderla un domani grande. L esperienza della Mondadori e dell'Einaudi vissuta negli anni d'oro della loro

RITROVARCI NELLA BRASSERIE LIPP

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Attingendo a fonti reali, il romanzo "Ritrovarci nella Brasserie Lipp" (IOD edizioni) ricostruisce, in un libero gioco di verità e invenzioni, l'intenso rapporto amicale, iniziato a parigi nel 1925 e conclusosi nel 1973, tra la tra traduttrice francese Juliette Bertrand e lo scrittore italiano Marino Moretti, e la loro amicizia con Papini, Palazzeschi, Baldini e altri intellettuali dell'epoca. Testimoni di una crisi letteraria epocale tra le più significative del secolo scorso, la Bertrand e Moretti si considerano entrambi "superstiti" di una generazione che aveva creduto fortemente nel valore morale e civile della letteratura, e costretti spesso a capitolare di fronte alla nascita di una cultura spettacolo. Di particolare valore il rapporto tra i due amici che osava sfidare il conformismo, per affermare con la vita che ogni rapporto può essere valido e creativo se pone le sue radici nella trasparenza e nell'onestà intellettuale. Marino Moretti non n

PAPA RANCESCO: La tua vita è la più grande impresa del mondo

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Papa Francesco "Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. "Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono. "Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". È avere la sensibilità di