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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Reciprocità con gli immigrati

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Arrivo di immigrati nei nostri porti Come alcune centinaia di anni fa, di nuovo l'uomo si sposta fra i continenti: non solo perché obbligato con la forza ma anche per la sopravvivenza. La società occidentale si era dimenticata di questi flussi migratori, scomparsi ufficialmente per un certo periodo e adesso tornati alla ribalta...L'immigrazione è spesso affrontata  politicamente come una fonte di difficoltà, di problemi se non di esplosione del rischio anziché vederla come fonte di ricchezza umana e culturale. Umana non solo nel dare ma anche nel ricevere, non solo economicamente, ma anche dal punto di vista umano. Non voglio porre l'attenzione sul problema dell'immigrazione forzata, definita clandestina anche se motivata  da ragioni di sopravvivenza, ma su come oggi ciascuno di noi si pone di fronte alla donna o all'uomo di colore o lingua o cultura diversi dalla nostra, e come facciamo comprendere all'altro le motivazioni del rispetto che deve ave

Virginia Galante Garrone: Primavera alle porte

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Virginia Galante Garrone (1906- 1998) La Natura viveva: e la primavera era lì, alle porte, sulla collina di Moncalieri, che ci attendeva come una sorpresa, con le sue piantine di meli e di peschi che reggevano sugli intrichi dei rami le loro nuvolette  di petali bianchi e rosa, e col suo viale di olmi centenari, dove già si intravedeva una peluria verdolina, così tenera  oltre il bruno dei tronchi. Virginia Galante Garrone da Virginia Galante Garrone, L'ora del tempo, Garzanti

Cos'è l'Amore?

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Liliana Cosi  e un'allieva nella Scuola di Balletto Classico a reggio Emilia Cos'è l'Amore? Non è forse il rispetto di chi ci è di fronte, non è quel piccolo sacrificio di donare  all'altro il proprio tempo, le proprie speranze? Il lavoro? Non è forse l'umiltà di non porre sempre in primo piano le mie necessità, ma di aiutare l'altro che mi è accanto ad affrontare le proprie...E' uno sforzo duro incontrare l'altro, cercarlo. Il mondo sembra diverso ogni volta che lo si trova. Leonardo Monaco da In dialogo per un mondo più unito, Atti del Convegno Castelgandolfo 1997

Carlos Clarià: Quale strada per il dialogo?

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Carlos Clarià con alcuni giovani del centro Gen Ormai non può mancare questa dimensione del dialogo tra persone di convinzioni diverse, alcune che si ispirano ad una fede religiosa e altri che provengono da altre culture, animate da altre ispirazioni. Ma tutti crediamo nella forza dell'amore e vogliamo "non essere indifferenti alle grandi immense problematiche del nostro tempo." L'intenzione comune è quella di mettere le proprie forze , i propri talenti, al servizio dell'umanità, con la fiducia che - puntando sulla realizzazione anche parziale dell'unità fra gli uomini - molte difficoltà cadranno da sé e molti "perché" avranno una risposta. In questo impegno per il dialogo, per l'unità, non c'è spazio per il proselitismo, per il voler imporre le proprie idee. Si comunica un pensiero per creare una relazione con l'altro, non per conquistarlo. Il dialogo è fondato sul rispetto profondo dell'altro e sull'agire secondo la p

Virginia Galante Garrone: L'ora del tempo

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Virginia Galante Garrone (1906-1998) con la nipotina Margot  Riportiamo alcuni brani della scrittrice torinese Virginia Galante Garrone  dal libro "L’ora del tempo" (Garzanti) L’alba E lassù. Sulle cime, si vede alta una luce diffusa, rosa e d’oro. Il sole, dal fondo valle, non si vede ancora; ma pure c’è, presente, nella luce diffusa, che a poco a poco lambisce le piante emerse nere dalla notte, e pare  che cauto discenda, facendosi largo tra i rami e le rocce scabre Natura e guerra I prati fioriranno ancora, e ancora canteranno gli uccelli del cielo, perché la Natura non sa che c’è la guerra: la Natura vive. Il fiume Guardate il fiume che corre e non si arresta mai: è come il nostro destino, andare. Noi non la sentiamo da quassù la sua voce: ma anche il fiume, andando, canta. Le stelle invisibili Nel silenzio che sommerge la casa, batte la pendola i dodici colpi della mezzanotte, e fuori il capannone del Duomo pare risponderle, men

Radicare la cultura della non violenza

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Sonia Masini Mi sembra straordinario che vi siano persone  che lavorano sinceramente per radicare  la cultura della non violenza, del confronto e del rispetto...Eppure stiamo vivendo un tempo nel quale prevalgono o sembrano prevalere, in ogni ambito della società e nei rapporti tra le persone, gli aspetti più marcatamente conflittuali, le competizioni esasperate, le sollecitazioni narcisistiche  più forti...La nostra società sembra essersi incamminata sulla strada della prevalenza di chi grida più forte, questo anche nel campo della politica. In realtà sono sempre più convinta che il futuro sia sulla strada dell'ascolto, del confronto, del rispetto, della condivisione. Occorre quindi lavorare insieme per sviluppare metodi di governo condivisi, come i tavoli di concertazione, gli incontri con i cittadini, utilizzando però anche le grandi opportunità che oggi ci vengono dalle nuove tecnologie...In questo percorso di crescita penso possono avere un ruolo importante le donne

Frei Betto: Un nuovo credo

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Frei Betto Credo nel Dio liberato dal Vaticano e da tutte le religioni esistenti e che esisteranno. Il Dio che è antecedente a tutti i battesimi, pre-esistente ai sacramenti e che và oltre tutte le dottrine religiose. Libero dai teologi, si dirama gratuitamente nel cuore di tutti, credenti e atei, buoni e cattivi, di quelli che si credono salvati e di quelli che si credono figli della perdizione, e anche di quelli che sono indifferenti al mistero di ciò che sarà dopo la morte. Credo nel Dio che non ha religione, creatore dell’universo, donatore della vita e della fede, presente in pienezza nella natura e nell’essere umano. Dio orefice di ogni piccolo anello delle particelle elementari, dalla raffinata architettura del cervello umano fino al sofisticato tessuto dei quark. Credo nel Dio che si fa sacramento in tutto ciò che cerca, attrae, collega e unisce: l’amore. Tutto l’amore è Dio e Dio è il reale. E trattandosi di Dio, non si tratta dell’assetato che cerca l’acqua ma de

LAURA MANCINELLI: Il recupero dell'innocenza

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Laura Mancinelli (1933-2016) Laura Mancinelli, una delle più originali e argute scrittrici italiane, se n’è andata lo scorso anno,  senza clamori di stampa  e senza particolari memoriali, lasciandoci una mole di lavori di filologia e di romanzi. Nata ad Udine, dopo un primo periodo di insegnamento a Trento e in alcune Università italiane, approdò all’Università di Torino dove ha insegnato per molti anni  nella cattedra di Filologia germanica . Conosciuta dal pubblico italiano per molti validi romanzi storici ambientati  nel mondo medioevale tedesco, come I dodici abati di Challant, Il miracolo di santa Odilia , per altri ispirati alla figura del musicista Mozart, Il fantasma di Mozart e Amadé , e di ambientazione contemporanea come Il “Signor Zero” e il manoscritto medievale , o La casa del tempo . Definita dall’amico scrittore, Italo Alighiero Chiusano, “l’unico amabile folletto della nostra letteratura”, la Mancinelli, in ogni sua opera, s’avventura con arguzia nell’indag

Predrag Matvejevic: Oltre il nazionalismo

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Predrag Matvejevic (1932.2017) Lo scrittore Predrag Matvejevic è  stato nemico di ogni nazionalismo e di ogni esaltazione dell’appartenenza etnica. La parole identità la declinava al plurale, per sottolineare che tutte le persone hanno più appartenenza e l’unica lealtà dovuta è quella  a difesa dei valori universali e umanistici. ..Negli anni della guerra balcanica egli rifletteva sulla follia dei politici; sul fatto che i padri dei leader serbi fossero suicidi. Tornato in Croazia, da Zagabria, seguiva con un certo scetticismo l’integrazione del paese in Europa. Due anni dopo…pubblicò  “Confini e destini”. E in un’intervista a un giornalista croato spiegava come l’idea stessa della Jugoslavia fosse un’invenzione ottocentesca intelligente, perché rendeva possibile la vita in uno spazio come i Balcani diviso tra diverse fedi, tradizioni. Diceva: certo, non ci sarà più la vecchia Jugoslavia, ma una cooperazione tra i nostri popoli è indispensabile. Per arrivare a questo, basterebbe,